Impianto biologico a fanghi attivi
Il trattamento di depurazione delle acque reflue
Il trattamento di depurazione delle acque reflue di caseificio e delle attività di lavorazione latte e formaggi prevede l’istallazione di sistemi di tipo biologico a fanghi attivi.
Nei processi produttivi di un Caseificio non si usano in alcun modo prodotti di tipo antibatterico in quanto non permetterebbero lo sviluppo dei processi biologici necessari alla trasformazione del latte in formaggio.
Le caratteristiche delle acque reflue casearie sono contraddistinte da elevati valori organici che sono di solito molto più bassi separando il latte di scarto dal siero.
Il siero, infatti, viene trattato e riutilizzato in ambito agricolo e/o ritirato da ditte specializzate; inoltre va sempre previsto un sistema di separazione dei grassi e dei solidi sospesi - degrassatore e vasca Imhoff.
L'impianto di depurazione realizzato è del tipo biologico a fanghi attivi “ a portata costante.
I processi biologici utilizzano colonie batteriche in grado di trasformare inquinanti principalmente a base carboniosa e azotata in sostanze in forma gassosa e disciolta assolutamente innocue, quali, ad esempio, anidride carbonica, acqua, azoto molecolare.
Gli inquinanti vengono, infatti, utilizzati per il sostentamento e la sintesi cellulare dei batteri che rilasciano sostanze più semplici come prodotti di scarto. In particolare, gli impianti a fanghi attivi ad aerazione prolungata utilizzano ceppi batterici sotto forma di fanghi in grado di svolgere la propria attività in ambienti ricchi di ossigeno disciolto. Tali condizioni vengono realizzate mediante immissione forzata di aria e l’impianto viene dimensionato in modo da consentire anche la stabilizzazione dei fanghi, per i quali, dunque, una volta realizzata una fase di ispessimento, non è necessario alcun trattamento specifico prima dello smaltimento finale.
Impianto trattamento acque meteoriche (I° e II° pioggia)
Il ciclo di trattamento delle acque meteoriche (I° e II° pioggia) che investono il piazzale di un’attività, sarà caratterizzato dal seguente principio di funzionamento:
- le acque di prima pioggia saranno trattate con un sistema in discontinuo costituito dalle seguenti fasi: disoleazione statica, accumulo, filtrazione su sabbia quarzifera, disinfezione, filtrazione su carboni attivi, misurazione della portata effluente;
- le acque di seconda pioggia saranno trattate con un sistema in continuo costituito dalle fasi di sedimentazione e disoleazione su filtro a coalescenza;
- le acque meteoriche, captate dalla rete di drenaggio, saranno convogliate in un pozzetto scolmatore di dimensioni 100x100x200h;
- in tale pozzetto sarà installata un’elettropompa che rilancerà le acque di prima pioggia all’accumulo e che smetterà di funzionare grazie al galleggiante di massimo livello posto in vasca;
- sarà anteposto un disoleatore statico alla vasca di accumulo;
- le acque di seconda pioggia (eccedenti quelle di prima pioggia), anch’esse recapitanti nel pozzetto scolmatore, saranno indirizzate verso la vasca interrata esistente che avrà funzioni di sedimentazione e disoleazione;
- le acque di seconda pioggia, prima dell’immissione nel corpo idrico superficiale, attraverseranno un filtro a coalescenza in maniera tale da addensare le goccioline di olio in emulsione e trattenerle in vasca; il filtro sarà dotato di otturatore al galleggiante in maniera tale da evitare sversamenti accidentali di olio;
- le acque di prima pioggia, accumulate in vasca, saranno rilanciate su due colonne filtranti riempite con sabbia quarzifera e carboni attivi; prima di attraversare il filtro a carboni attivi le acque saranno clorate ai fini dell’abbattimento della carica batterica;
- le acque di prima pioggia, prima dell’immissione nel corpo idrico superficiale, attraverseranno un misuratore di portata ad induzione elettromagnetica ai fini della quantificazione annua.
Impianto di potabilizzazione acque di pozzo
Per l’eliminazione dell’ammoniaca e della carica batterica dalle acque di pozzo esistono diverse tecnologie, come ad esempio:
- clorazione al break point e adsorbimento su carboni attivi
- strippaggio dell’ammoniaca con torri di lavaggio e clorazione
- condizionamento chimico
Infatti si eliminano:
- i costi di gestione di un impianto di filtrazione a carbone attivi (sostituzione periodica della carica e smaltimento in centri autorizzati)
- elevati investimenti iniziali dovuti alla realizzazione di imponenti torri di lavaggio (scrubber)
- Clorazione al break point
- Neutralizzazione
- Eliminazione del cloro residuo
Nella fattispecie, sono stati previsti i seguenti step:
- l’inoculo di un agente a base di cloro per la disinfezione delle acque;
- l’inoculo di un agente neutralizzante per la regolazione del pH – acidità - delle acque;
- l’inoculo di un agente per l’abbattimento del cloro in eccesso;
- l’inoculo di un agente neutralizzante per la regolazione del pH – acidità - delle acque;